Paolo Terzi

di Gloria Vanni

Nome: Paolo

Cognome: Terzi

Nato a: Gorlago (Bergamo)

Professione prima di venire a Minorca: artigiano di modelli in legno per fonderie, stampi, prototipi

Professione a Minorca: proprietario della cartoleria, libreria, edicola Poussinet a Sant Lluis

Io ho una passione per le cartolerie: ho comprato quaderni in ogni angolo del mondo. Amo le cartolerie, librerie, edicole distanti da casa meno di tre chilometri che percorro in bicicletta e passo tra scenari di campagna incantata: nel 2017 ogni giorno andavo a prendere il Corriere della sera per mio papà.

E vado in un brodo di giuggiole quando scopro che, come la Librería Poussinet a Sant Lluis, è di un italiano che ama Minorca quanto me. Forse anche di più, come vedremo…

Paolo Terzi: a Minorca

Paolo Terzi, classe 1967, nato e cresciuto a Gorlago, borgo di cinquemila anime in provincia di Bergamo, vive a Minorca dal 2001. È sposato con Monica, minorchina doc, e hanno due figli: Pablo e Raul. La nostra intervista è per me un piacere perché se da un lato devo scalfire la riservatezza del gorlaghese, dall’altro sono chiacchiere ricche di semplicità. La semplicità di chi vuole e sa essere felice a Minorca. Paolo racconta:

«Dopo il diploma di Perito in Meccanica, per caso arrivo alla scuola di modelleria e per 20 anni realizzo modelli in legno per fonderie, stampi, prototipi. Lavoro prima come dipendente, poi dal 1990 come artigiano indipendente. Nel tempo libero andavo a pescare, a raccogliere funghi, a camminare in montagna. A settembre 1996 sono venuto a Minorca in vacanza e a Son Bou ho conosciuto Monica. Faceva l’animatrice e… è scoccato il colpo di fulmine!».

Paolo è sposato, si separa dopo pochi mesi e di Monica ha solo una foto, l’indirizzo e il telefono della mamma. Telefona alla futura suocera e apprende che Monica è in Germania come ragazza alla pari in una famiglia. Ormai nulla lo ferma e Paolo va a trovarla, poi lei viene in Italia per una settimana di vacanza e insieme vanno a Venezia e in Toscana. Paolo racconta e nei suoi occhi c’è una luce speciale mentre viaggia tra i ricordi di un amore appena sbocciato. E poi?

«Poi Monica è venuta a vivere a Gorlago per tre anni però non le piaceva e sempre più le mancavano Minorca e la sua famiglia. Anch’io ero stanco del mio lavoro, allora ho chiuso l’attività e abbiamo deciso di trasferirci. Lei è arrivata a marzo 2001, incinta di Pablo, io a fine novembre. Per sette anni ho lavorato in un mobilificio come montatore ma, causa problemi di salute, ho dovuto lasciare. Per un anno e mezzo ho lavorato al supermercato Eroski di Sant Lluis , poi nel 2011 abbiamo deciso di prendere la Librería Poussinet. Si chiamava così, nome che vuol dire “pulcini” e l’abbiamo trasformata da stagionale a tutto l’anno. Infatti, lavoriamo con i libri di scuola e con materiale per scuole e uffici. I libri si possono ordinare, in 48 ore ce li consegnano».

 Librería Poussinet a Sant Lluis

Sei contento, Paolo, della tua vita al numero 116 di Avenida SaPau?

«Assolutamente sì. È stato un sacrificio economico, lavoriamo con impegno e la gente oggi arriva anche dai paesi vicini. Prima andavano a Mahon, ora è il contrario: prima provano qui da noi, poi vanno a Mahon. Inoltre, è l’unica edicola a Sant Lluis così fornita di stampa internazionale. Conosco per nome i miei clienti che vengono a comprare quotidiani inglesi, italiani, francesi, tedeschi (pochi). Soprattutto sono contento perché con Monica stiamo sempre bene insieme. La mattina entrambi siamo in libreria, il pomeriggio ci sono solo io. Siamo aperti da lunedì a venerdì dalle 8,30 alle 13,30 e dalle 16 alle 20, sabato dalle 8,30 alle 13,30. Da due anni teniamo chiuso la domenica perché ho bisogno di tempo per me e di stare in famiglia».

Famiglia che si è allargata con l’arrivo di Raul nel 2007 e se Pablo, il primogenito è un appassionato sportivo, gioca a tennis e a padel, il secondogenito, anche lui amante e giocatore di tennis, è un aspirante pasticcere con la passione dei dolci, come precisa Paolo:

«Forse gli ho trasmesso la mia passione per la cucina. A casa cucino quasi sempre io, eccetto il sabato che sono in libreria. Leggo libri di cucina ma non sono capace di seguire una ricetta che per me è uno spunto poi, sulla base di quello che c’è a casa, creo piatti che sono una mescolanza di sapori mediterranei, italiani, minorchini».

Com’era Minorca vent’anni fa?

«È cambiata poco, per me è un paradiso, la vita è tranquilla e sicura, la gente è semplice e onesta. C’era solo Eroski, come supermercato. Era come tornare indietro nel tempo, ero abituato ai centri commerciali e sono contento che non ce ne siano aperti il sabato pomeriggio, anche la libreria è chiusa».

La nostra intervista, iniziata in italiano, diventa presto domande e risposte in quel mix che a Minorca si dice “itaniolo“, quando un italiano mescola parole spagnole e italiane e usa l’accento spagnolo. Così, “però” è detto senza accento e diventa “pero” che non ha nulla a vedere l’albero delle pere. Paolo aggiunge:

«Non mi viene più di parlare in italiano, mi viene più spontaneo parlare e pensare in castigliano. E sì, ho l’accento spagnolo anche quando parlo in Italiano!».

Paolo Terzi

Come ti hanno accolto i minorchini?

«Bene, non mi sono mai sentito un estraneo, forse perché mia moglie è di qui. Non parlo il minorchino perché quando ci provo a casa ridono del mio accento. Lo capisco, però. In famiglia parliamo castigliano e italiano».

Cosa ti piace di Minorca?

«La tranquillità, la sicurezza, la casa aperta. Una volta siamo usciti e qualcuno di noi ha lasciato la porta di casa aperta: nessuno è entrato o toccato qualcosa. Poi, mi piacciono le spiagge, il mare, l’aria pulita, la natura strepitosa in qualsiasi stagione. Certo, il massimo di distanza che puoi fare è 52 chilometri per andare a Ciutadella. Se penso all’Italia, mi manca il prendere l’auto e fare un viaggio lungo. Ma non ho nessuna necessità di fare viaggi lunghi».

Cosa consiglieresti a chi sogna di vivere a Minorca?

«Suggerisco di venire a vivere l’isola in ogni stagione e di guardarsi attorno per vedere cosa c’è e cosa manca. A mio avviso c’è tutto, manca solo una buona pasticceria, almeno quella che siamo abituati noi italiani».

Così, una chiacchiera tira l’altra in un andirivieni cosmopolita di clienti in cerca del proprio quotidiano preferito. Il tempo scorre a Sant Lluis nella semplicità di una vita fatta di lavoro, famiglia e passione per il tennis che Paolo condivide con i suoi figli. Piccole cose che diventano grandi se fatte con amore.

Al numero 116 di Avenida SaPau di amore ce n’è parecchio tra penne, quaderni, colori, libri, oggetti da regalo e giornali che parlano del mondo e lo portano nel negozio situato sulla strada che circonda la candida cittadina di Minorca fondata dai francesi. Che vanta circa duemila abitanti in più di Gorlago e un nome regale, omaggio al re di Francia Luigi XV.

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