Anche Minorca produce olio extra vergine d’oliva, per tutti EVO
C’è un ingrediente indispensabile nella nostra cultura gastronomica mediterranea: è l’olio d’oliva, meglio se extra vergine d’oliva, per tutti Evo. Quando sono arrivata a Minorca mi ha colpita la quantità di olivi selvatici (ullastres) che domina il paesaggio. Alberi con frutti scuri e piccoli. Nel giardino di Casa Bonita Menorca sono apprezzati soprattutto da colombe, passeri e altri volatili.
Poi, Minorca ha ripreso in questi ultimi anni l’antica tradizione della coltivazione degli olivi. Oggi la produzione dell’isola è ancora piccola ma di alta qualità e l’Associazione dell’Olio di Minorca (Associació Oli de Menorca) ha fatto richiesta del riconoscimento d’Identificazione Geografica Protetta (Igp).
Io adoro pane, olio e sale: spesso è il mio pranzo e amo l’olio di qualità tanto da importare l’olio Evo dalla Sicilia, come ho raccontato qui!
La storia di un alimento millenario a Minorca
Sappiamo che le prime testimonianze dell’utilizzo dell’olio risalgono al 4000 a.C., in Armenia, Palestina, India. Paesi dove l’olio di oliva era utilizzato come unguento per la pelle, per alimentare le lampade (olio lampante) e assunto come medicinale. Ai Greci si deve la diffusione della coltivazione dell’olivo nel Mediterraneo.
A Minorca, crocevia delle rotte marittime del Mediterraneo, si trovano diverse testimonianze legate a produzione e commercio dell’olio. Resti archeologici dimostrano che fin dall’antichità sull’isola si coltivava l’olivo soprattutto per l’autoconsumo. Reperti come il frantoio (tafona romana) del II secolo a.C., rinvenuto sotto l’edificio del municipio di Alaior. Sempre nel comune di Alaior, nell’insediamento talaiotico di Torre den Galmes, ecco la “Cova de s’Oli“. È una grotta preistorica trasformata in frantoio nel XIII secolo, circondata da muretti a secco e da olivi selvatici.
Va ricordato che la qualità dell’olio di Minorca è stata lodata anche dall’arciduca Luigi Salvatore d’Asburgo-Lorena nella sua grande opera “Die Balearen” (1892).
Dall’acebuchina a empeltre, arbequina, picual & Co.
La produzione di olio dall’“acebuchina”, la piccola oliva scura dell’olivo selvatico, è complessa: ha una resa inferiore rispetto a altri tipi di olive ma è apprezzata per il suo sapore forte e corposo.
Perciò, i produttori di Minorca hanno ricercato e recuperato diverse varietà integrate nel territorio e adattate al clima dell’isola. Come “arbequina”, “picual”, “koroneiki”, “cornicabra”, “empeltre” che sono proposte come monovarietali o combinate con l’acebuchina, fornendo così olio extravergine di oliva di alta qualità e carattere fruttato.
La maggior parte dei membri dell’Associazione dell’Olio di Minorca, 17 i soci nel 2022, sono aziende agricole di piccole dimensioni che producono in modo biologico. Sono circa 17 gli ettari di oliveti e 12.600 le piante di olivo per la produzione di olio extra vergine di oliva. Le olive sono raccolte ancora verdi e spremute a bassa temperatura, procedimenti che garantiscono la conservazione delle proprietà organolettiche dell’oliva.
Qual è la differenza tra olio di oliva e olio extra vergine?
Entrambi sono estratti dalla prima spremitura delle olive. La differenza tra olio di oliva e olio extra vergine di oliva è nella percentuale di acidità e nelle qualità organolettiche.
Gli standard minimi definiti dalla normativa europea (Regolamento CEE n. 2568/91 e successivi aggiornamenti), configurano l’olio extra vergine di oliva come un olio di categoria superiore, ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici.
Deve avere caratteristiche chimiche e organolettiche ben delineate: colore, odore, consistenza. Inoltre, il grado di acidità deve essere sotto lo 0,8% ( 0,8 g per 100 g).
L’olio di oliva, invece, è meno puro. Infatti, è una miscela composta da oli che hanno subito un processo di raffinazione e oli ottenuti direttamente dalle olive. Qui la percentuale di acidità deve essere non superiore a 1% ( 1 g per 100 g).
Morvedra Vell a Ciutadella, l’eccellenza di Minorca
Solo 6 ettari di olivi, principalmente delle varietà arbequina, picual, arróniz più empeltre e changlot real per aumentare gli aromi. Accanto agli ulivi selvatici, su un terreno duro e sabbioso.
Morvedra Vell gode di una situazione privilegiata. Guarda prima un mare di ulivi selvatici. Poi le più note cale di Minorca: Turqueta e Macarella. Quindi, il blu del mare e, all’orizzonte, Maiorca. Quando soffia, la tramontana aggiunge il suo sapore salato agli aromi della terra e infine il vento li regala alle olive.
«La nostra piccola piantagione ci permette di raccogliere ogni varietà al suo punto ottimale, quando le olive sono ancora un po’ verdi, anche se la produzione di olio è inferiore. La raccolta non richiede più di una settimana per ogni varietà, quindi tutto il nostro olio è “premium”. Ciò significa che l’olio è più fruttato, più brillante, con un gusto e un aroma più intensi», si legge sul sito dell’azienda acquistata nel 2001 da Enric Picanyol, ex avvocato catalano.
Olio extra vergine di oliva che ha vinto la medaglia d’oro al Concorso Internazionale dell’Olio d’Oliva Mediterraneo Terraolivo di Gerusalemme. Non solo. Infatti, alla fiera Biofach 2022 di Norimberga riceve il premio per il quarto miglior olio extra vergine d’oliva biologico del mondo.
Da Minorca al mondo, dunque. E come si dice in Spagna, ¡Enhorabuena!, congratulazioni. A Casa Bonita l’olio extra vergine di oliva di Minorca si gusta a tavola e a bordo piscina, per il piacere di condividere il meglio di Minorca. Come il miele che addolcisce risvegli e colazioni. Buongiorno!