Minorca è la prima delle Baleari a introdurre i mulini a vento: ecco dove sono!
Simbolici e affascinanti, custodi di antiche leggende e testimoni di tempi lontani. Emblemi della laboriosità umana, icone di vita e di avventure grazie anche al celebre Don Chisciotte de la Mancha di Miguel De Cervantes.
Un poema lontano dalle Isole Baleari, comunque ricche di mulini a vento che hanno resistito allo scorrere dei secoli. Ieri fonte di sostegno e di energia, oggi non sono più in funzione: sono parte del patrimonio culturale e paesaggistico di Maiorca, Minorca, Ibiza e Formentera. Ma prima di addentrarci in quelli di Minorca, vediamo le diverse tipologie presenti sulle isole.
- Alle Isole Baleari sono presenti tre tipi di mulini
- Minorca, la prima isola a introdurre i mulini a vento
- La vista dal Molí del Rei, sede del Gob a Mahon
- Es Castell possiede ben due mulini a vento
- Il mulino da non perdere? Il Molí de Dalt a Sant Lluís
- Ieri si macinava la farina, oggi si pranza e cena!
- E poi ci sono i mulini per Don Chisciotte senza tempo!
Alle Isole Baleari sono presenti tre tipi di mulini
Quali sono i mulini che hanno accompagnato il lavoro dell’uomo alle Baleari? Sono di tre tipi:
1. Per macinare. Il più antico risale al 1262 e era comunemente composto da una torre cilindrica alta 7-8 metri con un muro di circa un metro di spessore. Erano fatti di pietra o intonaco di calce e sabbia con, all’interno, una scala a chiocciola che collegava la zona inferiore (dove si trovavano i magazzini) con la parte superiore dove un tetto mobile orientava le pale del mulino.
2. Con acqua. Introdotti nel XIX secolo, si notano per la presenza di una torre circolare o quadrata alta 5-6 metri costruita al di sopra di un pozzo d’acqua al cui interno c’è la pompa che versa l’acqua in un contenitore adiacente. A Maiorca si calcola ce ne fossero oltre 4000. Oggi rappresentano un elemento imprescindibile del paesaggio culturale della Serra de Tramuntana, dichiarata nel 2011 Patrimonio dell’Umanità Unesco
3. Con trazione animale. Sono mulini che risalgono al XIV secolo e impiegavano la forza degli animali, generalmente un asino, che girando attorno al mulino azionava il meccanismo della macina per trasformare il grano in farina.
Minorca, la prima isola a introdurre i mulini a vento
Sono belli da vedere, da fotografare e da respirare perché ci tramandano frammenti della nostra storia. A me incantano! Minorca è la prima delle Baleari a introdurre i mulini a vento per sfruttare l’energia del vento (energia eolica) e attraverso l’utilizzo di pale trasformarla in energia meccanica.
Si dice che i primi mulini a vento arrivarono a Minorca dalla Persia nel XVII secolo. I Crociati che trascorsero diversi anni in quelle terre lontane, ne furono affascinati e li introdussero sull’isola.
Oggi si contano una quarantina di mulini a Minorca, trenta dei quali in buon stato di conservazione. Ma ti avviso: vederli tutti non è facile perché a volte hanno perso le loro architetture originali, hanno cambiato destinazione d’uso, sono in proprietà private di difficile accesso e così via.
Comunque, un percorso alla scoperta dei mulini di Minorca può iniziare a Mahon. In pieno centro città, infatti, al numero 53 di Camí des Castell, il GOB – la più importante associazione di ecologismo responsabile a Minorca per cui lavoro come volontaria -, ha sede proprio in un mulino.
La vista dal Molí del Rei, sede del Gob a Mahon
Tra le sue tante attività – voglio ricordarti che se Minorca è così protetta lo si deve proprio a questa associazione – , c’è il Centro di Recupero della Fauna Selvatica a Ciutadella di cui puoi leggere tutto o quasi in questo articolo.
La sede del GOB è appunto nel Molí del Rei. Mulino che, oltre agli uffici dell’associazione, ospita un punto informativo e vendita sulle tematiche ambientali e territoriali. È un punto di raccolta per uccellini e animali selvatici feriti trovati in strade e giardini. È anche sede di mostre, incontri, eventi. Infine, puoi salire la torre dell’antico mulino per raggiungere il terrazzo da cui ammiri una strepitosa vista sui tetti di Mahon.
Es Castell possiede ben due mulini a vento
Lasciamo la capitale e, proseguendo lungo Camí Vell de Mahon, la strada che costeggia il fiordo naturale di Mahon – il più lungo in Europa e il secondo al mondo dopo Pearl Harbour -, arriviamo a Es Castell che possiede ben due mulini a vento, uno all’entrata e l’altro all’uscita del paese.
Il primo si chiama Molino de Santa Creu. È la bellissima sentinella di uno spazio di circa 3000 metri quadrati con campo da football, zona barbecue con tavoli e panche, area ricreativa. Restaurato nel 2014, dall’estate 2020 è anche sede dell’Ufficio del Turismo aperto in estate.
Molí Vell d’Es Castell, il secondo candido molino di Es Castell, ti saluta mentre ti dirigi verso Cala San Esteve o prendi la strada verso Sant Llluís per tornare a Casa Bonita Menorca, la tua casa vacanza con piscina d’acqua salata a Trebaluger. Leggi cosa dicono di noi!
Il mulino da non perdere? Il Molí de Dalt a Sant Lluís
A 10 minuti da Casa Bonita, ecco Sant Lluís, fondata dai francesi presenti sull’isola dal 1756 al 1763: con il Trattato di Parigi fu restituita alla Gran Bretagna. A lungo il paese visse di tre mulini a vento, dato che gli agricoltori di Sant Lluís e dintorni venivano qui per macinare il loro grano. Vuoi sapere qualcosa in più sugli 8 Comuni di Minorca? Vai a questo post e… buona lettura!
Tre mulini, dunque. Fin dal 1776 esisteva il maggiore dei tre, il Mulino di Mezzo (Molí d’Enmig), nel 1780 venne costruito il Mulino di Sotto (Molí de Baix) mentre il Mulino di Sopra o Molí de Dalt risale al 1762. Come vedi i nomi corrispondono alla semplice logistica del territorio.
Bianco e celeste, illuminato la sera, Molí de Dalt ti dà il benvenuto al numero 4 di Carrer de Sant Lluís. Ospita l’Officina del Turismo di Sant Lluís e un piccolo Museo Etnologico: in quattro sale custodisce una collezione di strumenti e attrezzi relativi al lavoro nei campi. È una visita che vale la pena fare!
Quindi, tra Carrer de Pere Tudurí e Carrer del Comte de Lamion intravvedi la sagoma delle pale del Mulino di Sotto, bellissimo al tramonto.
Ieri si macinava la farina, oggi si pranza e cena!
Il paesaggio di Minorca è macchiato da silenziose sentinelle come il Molino de Es Cós a Alaior e quello de Tramuntana a Es Mercadal. Poi, alcuni mulini che un tempo erano impegnati a macinare grano e produrre farina, sono diventati locali dove pranzare e cenare e dell’antica struttura hanno magari solo il nome.
Come Es Molí de Foc a Sant Climent, ex mulino a vapore del XIX secolo che da oltre 25 anni celebra il rinomato estro di Vicent Vila e dove 10 anni fa è stata aggiunta una fabbrica di birra artigianale. Con il marchio Graham Pearce, è una birra che sta raccogliendo notevoli consensi a Minorca e all’estero.
Cucina tradizionale minorchina al Es Moli d´Es Raco a Es Mercadal, sulla strada principale da Mao a Ciutadella. Invece, a El Molí des Comte Asador a Ciutadella, costruito nel 1778 e uno dei mulini meglio conservati di Minorca, il piatto forte è il maialino alla brace. Ancora non ci ho mangiato, è molto grande e preferisco i locali di dimensioni più contenuti.
E poi ci sono i mulini per Don Chisciotte senza tempo!
Ovvero quei mulini che solo la caparbietà del leggendario personaggio può trovare e immaginare. Come il Molí de Pla de Sa Vall che si raggiunge percorrendo il barranco di Son Boter (Es Migjorn Gran).
Un’escursione che ti consiglio di fare in compagnia di una guida o di qualcuno che conosce bene la zona. Il paesaggio è spettacolare, la natura è straordinaria, bisogna essere dei buoni camminatori e la ricompensa è un edificio che ha svolto i compiti di mulino, ora in disuso, e una grotta che si chiama Cova de s’aigua e non ha nulla a che vedere con la strepitosa grotta di Cala Blanca. Appena riapre, a primavera, vai a vederla: è bellissima!
Ti è piaciuto questo viaggio tra i mulini di Minorca? Condividilo e ti lascio con questa frase di Miguel de Cervantes:
«Sii breve, che un discorso lungo non può mai dar piacere».