Il pittore minorchino Josè Roberto Torrent Prats
Il pittore Josè Roberto Torrent Prats nasce a Ciutadella di Minorca l’ 8 settembre 1904. La sua è una famiglia semplice che però sin da subito appoggia la vocazione del giovane per il disegno e l’arte pittorica, affidandolo alle mani esperte del maestro Mollet.
Torrent inizia così a studiare quella che diventerà una delle sue espressioni artistiche più prolifiche: il modernismo. Dagli anni ’20 gli viene offerta la possibilità di collaborare con una rivista illustrata dell’epoca : “La Esfera”, e vi si dedica realizzando una serie di vignette umoristiche che gli valgono il primo riconoscimento a livello nazionale.
Sono questi gli anni di formazione, quando inizia a lavorare su commissione e, all’età di 21 anni, realizza le sue prime due opere che lui indica come: “Primo Olio” e “Primo Quadro”, che ritraggono rispettivamente un paesaggio marino ed una casa di campagna. Appare chiaro come in queste prime opere – addirittura senza titolo specifico – l’importanza sia dedicata alla tecnica pittorica, e non al soggetto: infatti, sebbene l’autore sia ancora molto giovane i due dipinti mostrano già tracce del tipico linguaggio plastico che si troverà in tutte le opere di Torrent.
Il giovane artista non può ancora permettersi l’indipendeza dalla famiglia, quindi per un lungo periodo si trova a dover far combaciare il tempo che dedica alla sua passione con quello che passa nella fabbrica familiare (dove si producono tacchi per scarpe). Nel 1935 vince il concorso per diventare maestro della “Scuola d’Arte Municipale”, un lavoro che lo appassionerà molto (lo occupa fino al 1975) e che gli permetterà di sposarsi l’anno seguente con Rita Llopis. È anche il periodo in cui Torrent collabora sia con il “Circolo delle Belle Arti” di Barcellona, che con la “Associazione Artisti” di Madrid.
Durante la Guerra Civile produce una serie di disegni del “Monastero di Santa Clara”, conservati oggi come reliquia (dato che il monastero è stato distrutto proprio durante la Guerra), ma sono gli anni successivi, quelli del primo dopoguerra, i più duri.
Torrent si trova ad affrontare sia dolore per la perdita della moglie che la necessità di mantenere attiva l’attività familiare, unica fonte di sostentamento “sicura” per tutta la famiglia in questi difficili anni. Nel 1945 Torrent si risposa con Joana Campins che, entusiasta dei lavori del marito lo sprona a dedicarsi all’arte in modo più serio e continuato.
La prima esposizione personale di Torrent a Minorca ha un grandissimo successo, che lo convince a trasferirsi alla “Scuola di Pollensa” di Mallorca, dove entra in contatto con i più grandi pittori catalani modernisti e postimpressionisti dell’epoca (come Hermenegildo Anglada Camarasa, e Tito Cittadini). A Mallorca tiene la sua seconda esposizione personale, e nell’autunno del 1950 vince il IX° “Salone dell’Arte” con l’opera “El Halcón” (Il falcone), uno dei dipinti più conosciuti di Torrent ed opera principale del suo periodo impressionista, dove l’autore sa rendere con vigore la sensazione della tipica estate menorchina.
La tecnica utilizzata è complicatissima e gioca su un’infinita serie di linee ondulate che ascendono, dando sensazione di movimento, verso l’estremo superiore, dove si trova appunto il falcone. L’equilibrio dei toni caldi e freddi è reso ancor più armonico dalle distintive pennellate corte di Torrent e gli permettono di nascondere e mimetizzare il punto centrale del quadro.
Dopo questi primi successi la sua fama cresce, e con questa anche la sua voglia di conoscere e sperimentare: viaggia a Parigi e nel Nord della Spagna per cercare sia nuove tematiche che nuovi metodi di pittura. Del 1952 è una delle opere fondamentali e più riconosciute di questo periodo di transizione: “Juan el Loco”, dove il tratto espressionista del paesaggio è vincolato alla situazione psicologica del personaggio.
Le ombre non esistono, gli orizzonti sono rialzati (tratto che caratterizzerà tutte le opere seguenti) e predominano i colori scuri, reinterpretando il paesaggio secondo le tecniche del post impressionismo, che riducono la gerarchia del primo piano alla parte inferiore del quadro.
Ormai la fama lo precede e, negli anni ’60 Torrent si dedica a mostre ed esposizioni che dalle Baleari lo portano a Barcellona e Madrid. In questi anni riceve la “Medaglia d’Onore”, il primo di una ventina di premi tra cui “Ciutad de Plama” e “Ciutat de Barcelona” del 1969 ricevuti rispettivamente per le opere “Caserio mallorquin” e “Las dos cabras”. Solo nel 1976, dopo una serie di vicissitudini (la morte della seconda moglie, la chiusura della fabbrica di famiglia e il ritiro dall’insegnamento) Torrent si può dedicare solo alla pittura, che diventa tutta la sua vita. Sono anni splendidi per l’autore, che può inventare, creare e studiare: la sua casa natale diventa il suo studio, dove passa il tempo a reinventarsi l’arte a partire da una ricca iconografia di ricordi.
I colori diventano più azzardati e le forme più schematiche, frutto di una costante ricerca espressiva e di una forte volontà di sperimentazione. È del 1978 l’opera “Maternidad”, di grande impatto, che rende molto più del classico rapporto madre-figlio. Sono gli anni dei riconoscimenti ad una carriera artistica fatta soprattutto di espressione e di ricerca: a metà delgli anni ’80 si pubblica il volume “Maestros actuales de la pintura y escultura catalanas“, che diventa il primo studio critico dell’opera di Torrent. Il decennio che segue segna per Torrent un lungo periodo di esposizioni, in cui però l’artista è di nuovo in una fase di ricerca: di quest’epoca è infatti la voglia di depurare la propria arte pittorica e l’iconografia, per centrarsi più sulla figura umana.
Gli stessi formati delle tele si vanno riducendo, per lasciare più spazio all’attenzione sull’individuo, sul dramma esistenziale. Le opere diventano più intimiste, essenziali e il tema centrale diventa la grandezza della vita, il valore delle relazioni umane e familiari. I soggetti preferiti di questo periodo sono persone solitarie, le figure sono soprattutto di anziani che si ritrovano in un paesaggio rigido, come “Abuela” o “Abuelo y Nieto” dei veri e propri “poemi visivi”, che rappresentano l’allegoria della vita.
Il 13 novembre del 1990 Torrent muore nella sua casa di Ciutadella, dopo solo un anno dal riconoscimento cittadino per la sua carriera artistica. Nel mese di dicembre dello stesso anno viene inaugurato il “Centro docente di scuola primaria Pintor Torrent” e il “Consell de Menorca” istituisce una esposizione itinerante intitolata “L’ultimo Torrent” .
Nel 1996 si inaugura la “Casa – Museo” dedicata a Jose Roberto Torrent (oggi chiuso) e nel 2002 il Comune di Ciutadella gli dedica una scultura – monumento eretta nella via che già porta il suo nome. L’anno del centenario dalla nascita (2004) il “Consell de Menorca” lo dichiara “L’any Torrent” (Anno di Torrent) in sua memoria, e viene insignito del titolo di “Hijo Ilustre”.