Fare carriera nella ristorazione a Minorca: Giacomo Pessina
di Gloria Vanni
Nome: Giacomo
Cognome: Pessina
Nato a: Vimercate (Monza e Brianza)
Professione prima di venire a Minorca: cameriere
Professione a Minorca: manager nel settore della ristorazione
Minorca accoglie da tempo una piccola colonia del comune brianzolo di Vimercate: Gianni, Lina, Nicoletta, Francesco, Carlo, Giacomo e qualcun altro che ancora non conosco. Giacomo Pessina è il “capo” spirituale di questa migrazione dove s’intrecciano rapporti familiari, amicizia e amore.
Infatti, Giacomo è il primo a stabilirsi a Minorca con Carlo, amico del cuore, il 25 aprile 1999. Ha 21 anni, il mondo davanti a sé e una sensazione che diventerà presto una certezza: Minorca è la sua casa!
«A 20 anni qualsiasi esperienza è ricchezza. Non conoscevo Minorca e ho trovato un modo di vivere che mi piaceva, una dimensione più umana dove era più facile imparare un mestiere. Come cameriere guadagnavo più che in Brianza e oltre allo spagnolo perfezionavo l’inglese. Lavoravo da febbraio a novembre e negli altri mesi avevo la possibilità di viaggiare», racconta Giacomo.
Com’era Minorca all’inizio del nuovo millennio?
«C’erano più possibilità di svago e divertimento. A San Lluis c’era il Pacha. L’Akelarre (Moll de Ponent, Mahon) era una discoteca che organizzava concerti dal vivo…».
Poi Minorca cambia e sempre più diventa meta di coppie e famiglie. Giacomo lavora al ristorante Porto, quindi all’Hotel Biniarroca e nel 2005 apre a Mahon, tra il Poligono Industriale e la città, il suo Bistrò, caffetteria con menu fisso a mezzogiorno e menu alla carta la sera. Un’avventura che dura 8 anni e Giacomo sintetizza così:
«Il Bistrò è nato perché avevo voglia di fare una esperienza in prima persona di gestione di un locale. È stato un modo per acquisire una visione più amplia del lavoro. Mi piace cucinare e per due anni sono stato in cucina. Lo rifarei ma in una posizione diversa, più vicina al mare».
Poi, come spesso accade, è l’amore a imporre cambi di rotta. Giacomo ritrova Nicoletta e viceversa. Si conoscono da ragazzini e si vogliono bene.
Cupido scocca la sua freccia, lui vende il Bistrò e si trasferisce a lavorare a Barcellona dove lei vive e lavora. Lascia, però, il suo cuore a Minorca dove intanto si sono trasferiti anche mamma e papà Pessina. E, poc a poc, anche Nicoletta inizia ad amare Minorca tanto da trasferirvisi nel 2017. Ma questa è un’altra storia e ce la racconterà lei!
Giacomo, cosa ti piace di Minorca?
«La tranquillità, la pace, la calma, la vicinanza con la natura, la luce, i colori. Durante la stagione ti resta poco tempo da dedicare a te stesso e per godere di tutto ciò. Quando non lavoro, faccio yoga, cammino, vado in bicicletta e in barca. Con Nicoletta trascorriamo qualche weekend a Mallorca e a Barcellona e facciamo un viaggio più lungo tra gennaio e febbraio».
Com’è il tuo incontro/confronto con gli abitanti dell’isola?
«Io trovo che siano corretti, cordiali, gentili, educati, rispettosi. Hanno solo bisogno di tempo per conoscerti e aprirsi. I minorchini mi piacciono molto».
A proposito di lavoro, qual è il contratto tipo a Minorca?
«A Minorca si vive di lavoro stagionale: la “temporada”, la stagione va da maggio a ottobre. Il contratto più diffuso è il “fisso discontinuo“: il datore di lavoro può interrompere il rapporto professionale con l’obbligo di richiamarti la stagione successiva. Dopo due anni consecutivi di lavoro hai diritto a 4 mesi di “paro” che è leggermente inferiore allo stipendio che prendevi. Quasi tutti a Minorca vivono così: 6/8 mesi con il proprio stipendio e i restanti con il paro o il sussidio (ayuda) mensile di 600 euro».
Quali consigli daresti a chi pensa a Minorca come possibile soluzione professionale e di vita?
«Consiglio di venire a conoscerla più di una volta. Di viverla con semplicità e di perdersi nella sua semplicità. È un’isola dove dal 2008, dopo la crisi, si è passati a una stagione di 6 mesi. Non è facile da raggiungere e questo è anche il suo bello: Minorca difficilmente sarà invasa dal turismo selvaggio o di massa. È bello anche avere la possibilità di vivere con tempi diversi. Tanti vengono qui con presunzione di sapere e conoscere. Qui non sei a casa tua, bisogna essere aperti, umili e rispettosi».
Rispetto per reinventarsi, per imparare un nuovo lavoro, per organizzarsi una nuova vita. Spesso dietro ai cambiamenti ci vuole coraggio. Il coraggio di lasciare affetti, abitudini, sicurezze. Giacomo oggi è manager del Bambù Menorca, nuova terrazza chill out e ristorante sulla costa meridionale dell’isola.
Domani chissà e poco importa. “Afferra il giorno” è la corretta traduzione di “carpe diem” del poeta latino Orazio. Minorca invita a godere ogni giorno dei beni offerti dalla vita. E apprezzare ciò che si ha, in fondo, è la piccola, grande verità utile a ogni età.
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