Filippo Briganti e quel “a poc a poc”, la passione di Minorca e del suo libro
di Gloria Vanni
Nome: Filippo
Cognome: Briganti
Nato a: Massa Carrara
Professione prima di venire a Minorca: fotografo, marmista
Professione a Minorca: addetto al servizio di sicurezza in aeroporto
Filippo Briganti è arrivato a Minorca nel 2002 e, a distanza di 22 anni, ha scritto e pubblicato “Menorca a poc a poc“, 132 pagine di «amore per l’isola che mi ha scelto». Un libro che raccoglie essenza, curiosità, aneddoti, storie di un luogo che è molto più di mare, sole, spiagge cercati dai più. Infatti, Minorca è storia, cultura, leggende, tradizioni, gastronomia…
Quando hai scritto questo libro su Minorca, Filippo?
«L’ho scritto in un mese e mezzo, in estate, sul cellulare. Poi passavo il testo al computer e lo correggevo. Mi è nato dentro e ho voluto scriverlo, per una urgenza nata per caso. A onor del vero non ho mai pensato di scrivere perché la mia professoressa di italiano diceva che ero negato. L’ho pubblicato a settembre con Amazon e sta andando meglio di quanto mi aspettassi. L’ho pubblicato anche in spagnolo e destinerò il ricavato delle vendite a una associazione per la ricerca sul cancro».
Scrive Filippo nella prefazione: «Minorca non è solo un luogo fisico, ma un vero e proprio stato dell’anima. In questi 22 anni trascorsi su quest’isola, posso dire con certezza che è stata lei a scegliermi, piuttosto che il contrario. Molti credono che siamo noi a decidere dove vivere, ma quando si parla di Minorca, la realtà è diversa: l’isola si impone dolcemente nella tua vita, ti accoglie e ti avvolge, se lo desidera. Così è stato per me…».
Così è stato anche per me. Mi sono sentita subito a casa in questo luogo dove ho respirato calma e serenità, dove il tempo sembra dilatarsi per fondersi con i ritmi della natura: autunno, inverno, primavera, estate, autunno… Come Filippo ho la fortuna di vivere Minorca tutto l’anno, un luogo dove solo in apparenza accade poco o nulla.
In realtà, non è così, e Filippo lo conferma.
Sul fronte professionale, continua a lavorare per una società che fornisce servizi di sicurezza in aeroporto e ha arricchito il suo impegno quotidiano con corsi e formazione: «Non mi sono mai fermato. Ho studiato, ho preso un Master di Direttore di Sicurezza, sono Professore in Accademia per Vigliante di Sicurezza. E ancora, sono formatore di formatori e a breve faccio il corso di Istruttore Avsec, cioè coloro che insegnano come bisogna lavorare in aeroporto».
Sul piano personale è arrivato a Minorca grazie a Rebecca, sua moglie, svizzera tedesca che ha vissuto a Minorca dai 4 ai 12 anni. Racconta Filippo: «Ci siamo conosciuti sulle navi da crociera dove entrambi lavoravamo. Mia suocera viveva a Es Castell e venivamo in vacanza da lei. Ho trovato lavoro come marmista, Rebecca come infermiera in ospedale e abbiamo deciso di trasferirci qui».
Entrambi appassionati di viaggi, hanno due figli e pochi anni fa si sono separati di comune accordo. Vivono vicini e in armonia continuano a crescere il più piccolo della famiglia che è nato a Minorca, ha un quoziente intellettuale altissimo e possiede tre passaporti: spagnolo, italiano, svizzero.
Quando non lavora, Filippo ama camminare, viaggiare e soprattutto scrivere. Ci ha preso gusto e c’è un altro progetto editoriale dietro l’angolo.
Qual è il tema del tuo prossimo libro, Filippo?
«È la leggenda della Taula di Binisafullet. Sarà un sorta di romanzo mitologico con protagonista una sacerdotessa che si innamora di un capitano fenicio e deve convincere gli Dei a dire sì al suo amore. Lo pubblicherò quando sarà pronta anche la traduzione spagnola, li pubblicherò insieme e sarà sempre in formato Kindle, copertina morbida e rigida e sempre su Amazon».
Intanto pubblica brevi racconti su Minorca anche sulle sue pagine Facebook Menorca poc a poc e Filippo Briganti
Ci racconti qualche curiosità/aneddoto sull’aeroporto di Minorca, Filippo?
«In inverno l’aeroporto chiude alle 11, in estate all’una di notte. La notte siamo in due vigilantes più due persone della Guardia Civil a controllare l’aeroporto che non si può mai lasciare solo. Potrebbero esserci dei trasferimenti urgenti di malati. Salvo eccezioni, tedeschi e inglesi sono i turisti più tranquilli. Anche i francesi sono abbastanza rispettosi. Sono sincero, a costo di risultare antipatico dico che gli italiani sono i peggiori perché spesso si sentono superiori e pensano di fare quello che vogliono. C’è chi ha tentato di passare il gin nel biberon del figlio!».
Filippo parla inglese, tedesco, catalano – «con errori ma mi piace parlare, mi piacciono le lingue, le lingue sono cultura» -, italiano con accento spagnolo e tante parole, confessa, gli vengono prima in spagnolo che in italiano.
Com’era Minorca vent’anni fa?
«C’era lavoro per tutti e tutto l’anno. I minorchini ti chiedevano di rimanere, loro preferivano lavorare in estate e poi “andare al paro”, in disoccupazione, in inverno. Erano comunque pagati e stavano a casa. Sabato e domenica non si usciva. Era tutto chiuso, non trovavi un filone di pane fino a lunedì e a Mahon c’erano solo due supermercati. Anzi, il fine settimana il pane lo compravi al distributore di benzina. Oggi è più difficile trovare lavoro, bisogna conoscere e frequentare la gente del posto e evitare di chiudersi tra italiani».
Chiedergli cosa gli piace di Minorca è superfluo perché lo spiega benissimo nel suo libro “Menorca a poc a poc”. Leggendolo ho sentito che Filippo è diventato davvero minorchino. Lo percepisci in ogni pagina del libro, un compendio di calma e passione.
Perché Minorca è appunto l’isola della calma e questa è la caratteristica più evidente dei minorchini in ogni manifestazione del vivere quotidiano. Così come la passione li contraddistingue nella difesa del territorio, delle tradizioni, della lingua, della loro identità.
Queste, per me, sono le due frasi nel libro che più lo sintetizzano: «… ho sempre sentito che Minorca mi stava guidando, come se sapesse esattamente ciò di cui avevo bisogno in ogni momento» e «Minorca non è solo un luogo in cui vivere: è una parte di me».
Questo è Minorca, questo è il libro, questo è Filippo: calma e passione.
Vuoi comprare il libro di Filippo Briganti e contribuire a una buona causa? Basta che tu vada su Amazon