Tassa di soggiorno turistica a Minorca
A cura di Cristina Pellicciotti
Entrata in vigore il 1º di luglio del 2016, la “ecotasa” o tassa di soggiorno turistica stabilita dal Parlament Balear ha creato molto scompiglio nel settore alberghiero locale.
L’imposta è entrata infatti in vigore proprio nel bel mezzo della passata stagione estiva quando le strutture turistiche erano già oberate di lavoro ed il suo calcolo all’inizio non era ben chiaro neppure per gli addetti al settore.
Non sappiamo quanti e quali problemi abbia realmente creato ma, per decisione politica, la ecotassa comunque permane anche per il 2017 e sicuramente fino al termine dell’attuale legislazione politica regionale.
Obiettivo principale di questa iniziativa è quello di promuovere il concetto di “turismo sostenibile” e cercare quindi un equilibrio tra i vantaggi economici derivanti dall’arrivo nell’archipelago di ben 13 milioni di visitatori (dato del 2016) e la cura dell’ambiente e della cultura locale.
Vediamo ora in dettaglio come funziona l’ecotassa visto che tanti italiani in vacanza a Minorca e nelle isole Baleari la dovranno effettivamente pagare.
Si tratta di un’imposta che grava sui turisti che vengono a pernottare nelle strutture ricettive dell’arcipelago come hotel, hotel rurali, alberghi, ostelli, pensioni, campings, appartamenti turistici (legalmente registrati o no) e crociere con uno scalo superiore alle 12 ore.
Anche i residenti nelle isole che alloggino in questo tipo di strutture sono ugualmente obbligati a pagarla.
Gli unici esenti sono i minori di 16 anni (non compiuti, fa fede il documento d’identità), i lavoratori delle strutture turistiche, i malati legalmente residenti ed i loro accompagnatori, ed infine i pensionati che partecipino ai viaggi collettivi dell’Imserso, un’organizzazione spagnola dedicata a vacanze per anziani.
Hotel e strutture turistiche fungono da “esattori” e sono incaricati perciò di raccogliere e verificare i dati personali dei turisti, far loro firmare documenti e ricevute, compilare un apposito registro, conservare tutto il materiale raccolto ed infine versare l’importo corrispondente all’amministrazione locale.
La quantità da pagare dipende sia dall’epoca dell’anno che dal tipo di struttura prescelta e si intende per persona e per giorno: parte da 25 centesimi e può arrivare fino ai 2 euro nel caso di hotel 5 stelle in pieno agosto. Per soggiorni superiori agli 8 giorni e durante i mesi di bassa stagione -dal 1º di novembre al 30 di aprile- la ecotassa si riduce del 50%.
L’incasso della tassa di soggiorno, valutato per il 2017 in 64,6 milioni di euro, viene utilizzato in progetti di miglioramento ambientale e turistico come la protezione ed il recupero di spazi naturali, la riabilitazione del patrimonio storico e culturale, la diversificazione dell’economia ed infine il miglioramento del ciclo dell’acqua.
Attenzione però, per il 2018 si prevedono già alcune novità: tutti i visitatori provenienti dalle navi da crociera saranno obbligati a pagare la tassa indifferentemente dal numero di ore di scalo, ed il periodo di alta stagione verrà ampliato: partirà da aprile o forse anche dal mese di marzo, ancora non è stato deciso. Sembra infine chiara anche la volontà di aumentare il valore giornaliero dell’ecotassa, ma il dibattito politico è ancora aperto.