Scuola minorchina: come funziona
La Comunità delle Isole Baleari, formata da Maiorca, Minorca, Ibiza e Formentera, segue le direttive del resto di Spagna, per quel che riguarda la scuola primaria, secondaria e l’università.
Le differenze, in effetti, non sono molte, tranne forse per Minorca, dove non esistono scuole superiori private (principalmente per la poca richiesta): l’educazione privata superiore si concentra maggiormente tra Ibiza e Maiorca.
La scuola, alle Baleari, inizia per i più piccoli, con le “Escoletes” centri a pagamento, ma dipendenti dai Comuni, e non obbligatori. Qui vengono iscritti bimbi tra 0 e 3 anni, e fino a qualche anno fa Minorca proponeva un programma educativo che lo Stato aveva preso a modello, seguito dallo psicologo Vicente Arnaiz.
Nemmeno la successiva tappa è obbligatoria, ma gratuita: si tratta di un ciclo prescolare (o secondo ciclo d’educazione infantile), che il Ministero dell’ Educazione deve obbligatoriamente proporre.
Qui gli alunni hanno dai 3 ai 6 anni, ma non essendo obbligatoria la frequenza, alcuni genitori propendono per far seguire il programma prescolare ai propri figli da casa.
Passiamo quindi all’Educazione Primaria, che va dai 6 ai 12 anni, gratuita e pubblica secondo la legge spagnola. Durante questi 6 anni i professori si occupano di seguire gli alunni a scuola tramite un programma che si chiama “escripción”, per poter poi loro indicare quale sia il migliore istituto superiore da frequentare per terminare la propria educazione.
Nel caso uno studente straniero entri a far parte del sistema scolastico minorchino durante questo periodo, la Consellería de Educación lo inserirà nell’anno scolastico che dovrebbe frequentare per età. Sarà poi compito dei professori valutare la correttezza di questa scelta e decidere, in base alla preparazione dell’alunno, se mantenerlo o meno in quell’anno.
Potrebbe, infatti, dover ripetere l’anno scolastico, se si trovasse, ad esempio, molto in difficoltà con la lingua o con l’inserimento nella classe. Esiste, inoltre, un fattore importante da considerare, se si è stranieri, ed è il fatto che la scelta del centro scolastico è “condizionata”, ovvero: si può scegliere l’istituto scolastico in cui iscrivere i propri figli, ma la richiesta verrà accettata solo se vi sono posti liberi.
Una volta iscritto, poi, l’alunno non potrà cambiare scuola fino alla fine del corso di studi, a meno che non lo richieda uno specialista.
L’aspetto burocratico riguardante ogni settore dell’ Educazione e’ seguito dalla Delegación Territorial dell’isola, che dipende direttamente dal Ministero dell’ Educazione del Governo Baleare.
Terminato il corso primario, si passa all’ Educazione Secondaria Obbligatoria (conosciuta come ESO), dai 12 ai 16 anni. Quattro anni di scuola in cui l’alunno può essere ripetente per un massimo di 2 volte.
In questa fase educativa esistono moltissimi programmi di supporto per studenti con difficoltà sia intellettuali che psichiche, fisiche o linguistiche. Sono quattro anni fondamentali, in cui si definisce al massimo la formazione dell’alunno, sia essa professionale o rivolta a studi superiori o universitari. In questi 4 anni appaiono anche le cosiddette asignaturas optativas, materie scelte dall’alunno in base ai propri interessi di studio.
Le aree di scelta sono sia artistiche che meccaniche, e comprendono materie come: teatro, disegno tecnico, biologia, fisica, chimica…tra le altre.
Tra i 4 anni di ESO e gli studi universitari ci sono 2 anni di Bachillerato, che si divide in Scienze Sociali, Scienze Naturali, Scienze Tecnologiche e Scienze Artistiche (o Plastiche).
Dopo i due anni di Bachillerato, lo studente deve superare quella che si chiama Selectividad, o Prova d’Accés Universitari (PAU): si tratta di superare una serie di esami per ognuna delle materie studiate durante il secondo anno di Bachillerato. Da questo esame si ottiene un voto che farà media con i voti finali dei due anni precedenti.
L’ingresso al sistema universitario spagnolo dipende dai voti degli anni precedenti: se uno studente sceglie un determinato corso di studi, dovrà presentare un voto d’ingresso (ottenuto tra la Selectividad ed il Bachillerato) che sia superiore al minimo richiesto dall’Università.
Ogni centro universitario e’ in questo indipendente, e pone il proprio voto limite d’ingresso: ad esempio il sistema d’ingresso potrebbe essere diverso per lo stesso corso universitario di Madrid o Barcellona. Sul voto d’ingresso influisce anche la richiesta della carriera universitaria: più un corso e’ richiesto, più alto sarà il voto minimo per potervi accedere. Fino a pochi anni fa era cosi’ per la carriera di giornalista.
Importante: tutte le lezioni di tutti i corsi vengono impartite in lingua Catalana e non in Castigliano (lo Spagnolo che conosciamo, ndt). Esistono delle ore dedicate al Castigliano ed alla sua grammatica, ma prevalentemente tutte le lezioni sono tenute in Catalano.
A cura di Dino Gelabert Petrus