Claudia Crivellari: da Napoli a Minorca (solo andata)
di Gloria Vanni
Nome: Claudia
Cognome: Crivellari
Nata a: Napoli
Professione prima di venire a Minorca: impiegata di banca
Professione a Minorca: assistente turistico a tour operator italiani e spagnoli
Vent’anni nel 2020: “enhorabuena“, congratulazioni! Non capita spesso di incontrare una napoletana che vive felice a Minorca da così tanto tempo. Ci incontriamo in un tardo pomeriggio di un autunno inoltrato.
La sua energia illumina questa intervista e le chiacchiere con Claudia Crivellari regalano emozioni indelebili. Provo a condividerle.
Come altri, Claudia arriva a Minorca in vacanza con un’amica: è il 1999 e a «Minorca c’era meno. C’erano ordine e pulizia. Tutto era più selvaggio ed era un’isola magnifica. Da bambina sognavo di vivere su un’isola. Era luglio, c’era poca gente e mi sono innamorata della sua bellezza naturale che ancora oggi trovi negli angoli più nascosti. E poi la qualità della vita, il fatto di potere avere tempo per te stesso, di andare a cavallo… A Minorca ho incontrato il padre dei miei figli e a fine 2000 ho deciso di lasciare tutto per venire a Mahon e vivere insieme. Avevo 30 anni, una casa, un lavoro ma “se non faccio adesso, non lo faccio più“, mi sono detta. Sono sempre stata un’anima libera, non è stato difficile per me e non mi sono mai pentita di avere lasciato tutto».
Capisco e condivido: accettare la propria natura nomade aiuta e facilita i cambiamenti. Claudia vive una storia d’amore lunga 12 anni. I suoi figli, Flavia e Nicolas, sono adolescenti nel 2020. Flavia ha iniziato a andare a cavallo a 4 anni e aggiunge Claudia: «Vivi, sporcati, tocca… Era quello che avevo vissuto da bambina a Napoli, crescevamo liberi in un ambiente pulito. Era quello che desideravo per i miei figli e l’ho trovato a Minorca. Minorca è felicità e libertà senza pericoli, fino ai 10 anni hai tutto. Poi, i bimbi diventano giovani adulti e si fanno l’idea che il mondo è fuori. Terminato il liceo vanno a studiare fuori. Quest’isola è un paradiso ma il mondo vero è fuori».
Un paradiso che, come ogni cosa terrestre, ha anche una doppia faccia?
«Sì. Devi sapere che qui si parla il catalano, anzi il minorchino. Poi, i minorchini hanno famiglie numerose e quindi a loro interessa poco fare nuove conoscenze. Sono ospitali quando capiscono che ti comporti bene e forse ti invitano a casa loro. Hanno paura di nuove colonizzazioni. Ieri c’erano inglesi e catalani che chiamavano Minorca “la loro isola”, oggi è il turno dei francesi e meno male che c’è chi la protegge come il GOB». Associazione di ecologismo responsabile per cui lavoro come volontaria e questa è l’intervista al suo presidente.
È cambiata molto Minorca in questi ultimi 15 anni?
«Prima anche per comprare una tuta de ginnastica dovevi andare a Barcellona o a Palma. Poi c’è stato un boom e ora Minorca inizia a essere famosa: non ci manca niente, sono aumentati i prezzi. Ti deve piacere. La gente di città che corre la vede “antica”. Minorca non deve perdere la sua essenza e per me non è necessario ingrandire la strada che collega Mahon a Ciutadella perché la usiamo tre mesi l’anno. Sai, è importante avere viaggiato. Io ho viaggiato tanto e sono tranquilla con la mia anima, sto bene. A novembre e dicembre di solito vado via: sono stata in Marocco, Nuova Zelanda, Laos e Vietnam, Cambogia…».
Claudia parlaci del tuo lavoro di assistente turistico professionale.
«Ho cominciato come assistente di viaggio di un operatore italiano che si appoggiava a TUI e ho conosciuto i luoghi di Minorca, isola piccola ma “matona” – che ti ammazza -, perché macinavo chilometri e chilometri per dare assistenza ai clienti. Da dieci anni lavoro con l’agenzia Escursiones Menorca con un contratto fisso discontinuo, come si dice qui dove il lavoro è legato alla stagione turistica (maggio – ottobre), dopo di che vai in disoccupazione e per i primi tre mesi prendi il 90% dello stipendio, il 70% per i restanti. Ho iniziato a fare la guida anche per i pensionati che vengono a Minorca in autunno e primavera. In estate lavoro con gli italiani e facciamo escursioni culturali nelle città e nella natura. Esco di casa alle 7 mezza di mattina e magari torno alle 19 di sera. Capita di andare in giro con 50 persone e ti deve piacere. Escursiones Menorca una delle prime agenzie e lavora con alcuni piccoli tour operator e assiste i clienti in vari hotel».
Ti manca qualcosa dell’Italia, Claudia?
«Qui sto bene, io da qui non mi muovo, la grande città non la voglio vedere. Ho trovato il mio giglio, come si dice a Napoli».
Con spirito partenopeo, Claudia ha affrontato anche la separazione. “Ha da passa’ ’a nuttata”, deve passare la nottata come ci ricorda Eduardo De Filippo in “Napoli milionaria“. Una notte per quanto buia e lunga possa essere, passerà come le altre. Ho cresciuto la mia bimba con una frase simile: «Noi i problemi prima o poi li risolviamo». È la speranza che aiuta a vivere. Claudia precisa: «Devi avere la forza di stare in luogo. Devi avere carattere. Non ho mai pensato di andarmene perché è finita la mia storia sentimentale. Sono una persona tranquilla e non mi complico la vita. È finito l’amore ma siamo sempre due genitori e abbiamo un buon rapporto per i nostri figli».
Minorca, l’isola dove nessuno ti giudica per come ti vesti e dove fai ciò che vuoi. Il “vuoi” è detto alla napoletana, ovviamente. Hai un hobby, Claudia?
«Il mio hobby è cantare come contralto nel coro amatoriale del Teatro Principale di Mahon, il più antico di Spagna. Minorca ha dato i natali a due cantanti importanti: Juan Pons, baritono di Ciutadella, e Simon Orfila di Alaior, tenore a livello mondiale. Ogni anno hai il piacere di ascoltare artisti internazionali e di cantare con loro. Per me è un onore e un’emozione. La verità è che mi piace tutto, dove mi trovo, mi metto. Amo giocare anche a paddle!».
Claudia, il tuo consiglio per chi ha voglia di venire a sbirciare sulla vita a Minorca?
«Consiglio di non venire, è meglio andare alle Canarie. Qui c’è troppo vento, c’è tanta umidità e italiani ce ne sono già abbastanza».
Evviva la sincerità e posso dire che sono abbastanza d’accordo con Claudia? Minorca te la devi meritare, è lei che ti sceglie e sei fuori strada se pensi di venire a conquistarla. Perché Minorca ha già avuto abbastanza conquistatori e nel terzo millennio saprà allontanarti senza ma e senza se. Così, semplicemente, allo stesso modo in cui Claudia Crivellari a distanza di vent’anni dice con semplicità: «Da qui non mi muovo!». E il “muovo” è detto alla napoletana, ovviamente.