Chiara Berini Virgili
di Gloria Vanni
Nome: Chiara
Cognome: Berini Virgili
Nata: Modena
Professione prima di venire a Minorca: agente di viaggi e avvocato civile
Professione a Minorca: assessore al Comune di Sant Lluís in Sport, Cultura, Biblioteca, Archivi
Scrivo questa intervista con in sottofondo le Olimpiadi di Parigi e immagino la felicità e l’emozione di Chiara per la vittoria di Sara Errani in doppio con Jasmine Paolini, primo oro olimpico di sempre nel tennis per l’Italia. Al di là di essere una super sportiva, Chiara è anche Giudice Arbitro Internazionale di Tennis e nel 2017, a Mallorca, ha arbitrato Francesca Schiavone e Sara Errani. E non è tutto. Infatti, è mamma di sette figli e uno, Felipe, cresciuto a Sant Lluís, dal 2023 è alla Salento Tennis Academy. Aggiunge con un guizzo di orgoglio: «Ha preso il primo punto della classifica mondiale ATP e può essere convocato per i giochi di squadra. Nel 2023 è stato all’Australia Open».
Che sia una persona speciale l’avevo intuito. Ho intervistato Riccardo Benzi, suo primogenito, e ho iniziato a conoscerla attraverso le parole di un ragazzo laureato con il voto più alto di tutta l’università di Girona. Un figlio che tutti vorrebbero, dice lei. Altro impercettibile sussulto di orgoglio. Va bene, provo a districarmi tra le mille esperienza di Chiara par raccontarvi come ci si sente a essere mamma a Minorca di sette figli e a essere assessore Sport, Cultura, Biblioteca, Archivi al Comune di Sant Lluís.
Facciamo un passo indietro. Figlia di medici, Chiara cresce tra Bolzano e Modena. A 15 anni conosce Roberto Benzi, suo futuro marito e qualcuno le aveva detto che avrebbe avuto difficoltà ad avere figli. A 18 anni va in India e ha la fortuna di conoscere Madre Teresa. Di quell’incontro Chiara ricorda: «I primi giorni sono stati orribili, volevo tornare a casa e Madre Teresa mi disse: “Regala a queste persone almeno un sorriso”. Sono rimasta un mese e mi salutò con questa frase: “Se prenderai tutti quelli che Dio ti manda, avrai dei figli”». Intanto, si è iscritta a Economia e commercio ma, dato che c’è l’obbligo di frequenza, passa a Giurisprudenza e studia la sera. Aggiunge: «Lavoravo in un negozio, mi sono laureata come avvocato civile e non mi piaceva. Era più divertente lavorare in agenzia viaggi, viaggiavo, conoscevo il mondo…».
Nel 1990 nasce José Riccardo Benzi – «non ci piaceva Giuseppe e lo abbiamo chiamato José in onore del nonno» -, e nel 1992 Alessandro. Chiara e Roberto sono giovani, forse troppo, e dopo otto anni di vita insieme a Bologna si separano: i bimbi hanno quattro e due anni. L’amore bussa ancora alla sua porta. Gianni Virgili è un suo cliente in agenzia, le chiede di uscire, Chiara la prima volta si presenta in compagnia di un’amica. Poi, dice: «Ho visto in lui un ragazzo con valori e sentimenti. Gli ho presentato i miei bambini e dopo un mese ero incinta di Giulia (1998). Ora Giulia è psicologa clinica, lavora all’Hospital Clínic i Provincial de Barcelona: è risultata la numero uno di Catalogna e la settima di Spagna. Poco dopo sono rimasta incinta di Daniele che nasce a Bologna nel 1999 e ha solo un mese quando arriva a Minorca».
Gianni e Chiara vogliono crescere i loro figli in un ambiente tranquillo, sereno e nella natura. Perciò decidono di lasciare l’Italia e arrivano a Son Bou, nella casa di tante vacanze a Minorca. I bimbi vanno a scuola a Alaior, Gianni apre la sua prima agenzia immobiliare, Fincas es Moli, a Sant Lluís.
Come ti trovi a Minorca all’inizio degli anni 2000, Chiara?
«Faccio la mamma di Riccardo, Alessandro, Giulia e Daniele. Nel 2000 abbiamo comprato il terreno a S’Atalaya di Binibeca e abbiamo costruito la nostra casa dove ci siamo trasferiti dopo due anni. E sono rimasta incinta di Gaia, nata a luglio 2003. La verità è che non abbiamo cercato nessuno dei nostri figli e non ho avuto fortuna con gli anticoncezionali. A gennaio 2005 nasce Felipe e quattro anni dopo arriva Luca. La gravidanza di Felipe è stata la più sorprendente. Mi sono resa conto di essere incinta dopo quasi 5 mesi. Pensavo di avere un fibroma e invece c’era un bimbo anche se avevo le mestruazioni. Ho partorito quando Minorca si coprì di neve, una nevicata storica. Sono stata fortunata, i miei parti sono stati veloci e semplici».
Essere moglie e mamma di sette figli è un bell’impegno – «i miei figli sono cresciuti militarmente, è una questione di sopravvivenza» -, dove c’è anche spazio per lo sport. Lei, appena può, pratica nuoto, tennis, padel e decide di diventare anche arbitro di tennis. Aggiunge: «È un percorso in cui ho coinvolto Daniele che oggi, oltre a essere Giudice Arbitro Internazionale di Tennis come me, lavora come istruttore di tennis a Sant Lluís».
Come se non bastasse, Chiara entra nella Giunta direttiva del Club Tenis Maó per 10 anni e fa il vicepresidente per quattro. Nel 2023 la contatta Maria Dolores Tronch Folgado, per tutti Loles Tronch, sindaca di Sant Lluís, e le domanda se vuole seguire lo sport. Chiara le risponde di sì ma rimane indipendente: non è iscritta ad alcun partito. Così, a giugno 2023, comincia la sua avventura di “Consejal”, assessore Sport, Cultura, Biblioteca.
Facciamo un bilancio del primo anno di questa esperienza, Chiara?
«Ho cambiato le luci in due campi di calcio, quattro di padel e altrettanti di tennis: ora sono tutte LED. Ho cambiato le caldaie e rifatto il tetto del polisportivo. Ho fatto investimenti negli impianti sportivi che non erano mai stati fatti. Ho un buonissimo rapporto con il Consell Insular de Menorca (CIME) e sono tanti i progetti. A livello cultura per ora ho fatto meno ma gestisco la Sala Albert Camus. L’incontro tra cultura e sport è uno dei miei obiettivi principali e quanto proposto finora è piaciuto. Ho organizzato una conferenza con il coach mentale dell’equipe di volley femminile e un’altra con Gaspar Roura, coach mentale anche di Felipe. Ha fatto il punto su come i genitori non devono rovinare i figli, dando consigli agli atleti per ritrovare fiducia in se stessi, lavorando anche su quello che i genitori sbagliano. Ho adottato le ragazze più giovani, mi piace ringraziarle con una torta e non ho trovato nessuno con cui scontrarmi. Mi trovo bene con i minorchini».
Come mamma, come valuti l’assistenza medica a Minorca?
«Sono contenta. In linea di massima va bene per le piccole cose di ogni giorno, per quelle importanti vado a Mallorca e a Barcellona».
Cosa ha di speciale Minorca per un bambino?
«I miei figli a Bologna giocavano con la PlayStation. A Minorca ho eliminato i giochi elettronici: i miei figli vivevano in giardino e passavano l’inverno all’aria aperta. Nonostante i ragazzi siano obbligati ad andare all’università in Penisola, quello che ti dà Minorca non te lo dà nessun altro luogo».
Un’altra delle sue passioni è la cucina e il suo ragù alla bolognese deve cuocere almeno sei ore. Poi, prepara tortellini, torte e dolci strepitosi. Trascorre le sue mattine in Comune, dalle 9 alle alle 13. Quindi è presente a eventi sportivi, prima il tennis e ora tutti gli sport, anche sabato e domenica. Chiara aggiunge: «Minorca a livello sportivo è un’isola che dà tantissimo, molto più del resto delle Baleari».
Chiara, cosa ti piace di Minorca?
«Il mare, gli odori, il vento, la tramontana sia d’inverno che in estate, la sensazione che ti invita a lasciare andare, la sua pulizia. La mia casa a Son Bou non aveva la serratura, l’ho messa io da buona italiana. Vivevamo con la porta aperta, lasciavamo la bombola del gas vuota con i soldi sopra o sotto per quella nuova. Tuttora non chiudo l’auto, c’è una tale onestà…».
Cosa consiglieresti a chi sogna di venire a Minorca?
«Dipende dall’età. Minorca non è adatta a chi ha voglia di emozioni da discoteca. È perfetta per crescere dei figli e di lavoro ce n’è. Qui succede che la persona si ferma a parlare in strada e se io sono in auto, prendo un libro o il telefono e aspetto che abbiano finito le loro chiacchiere: nessuno si sogna di suonare il clacson, di mettere fretta. Mia figlia Gaia studia a Barcellona è al terzo anno di odontoiatria, fa fatica a integrarsi e non vede l’ora di tornare a Minorca».
Chiara è l’unica italiana che conosco ad avere preso la nazionalità spagnola. Il perché di questa scelta? Al di là di essere mamma di tre figli nati in Spagna, è anche per semplificare le procedure burocratiche in caso di necessità di documenti come carta d’identità e passaporto. Dopo 10 anni di vita a Minorca, infatti, si può scegliere di diventare spagnoli facendo un esame di cultura generale, storia, geografia, grammatica in Tribunale… Non so se imboccherò questa strada però tocco con mano la serenità di Chiara Berini Virgili. Energia che sento tra riccioli, sorrisi e chiacchiere, dove leggerezza e compassione sono le chiavi di lettura di ogni momento. Spero che vi sia arrivata!