Antonella Zorzi: tutta l’energia di Minorca nei suoi mosaici
di Gloria Vanni
Nome: Antonella
Cognome: Zorzi
Nata a: San Vito al Tagliamento (Pordenone)
Professione prima di venire a Minorca: mosaicista
Professione a Minorca: mamma e mosaicista o mosaicista, mamma, compagna
Ha un cognome veneto, Zorzi, però Antonella è friulana. Possiede una dolcezza che va oltre qualsiasi confine regionale. Da sempre è appassionata d’arte, ama lavorare con le mani e sogna di fare qualcosa di pratico. Per lei essere artista è sinonimo di viaggi nel mondo. Un giorno va a vedere una mostra di mosaico della Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo. «Ecco cosa posso imparare a fare!», si dice. Sceglie il mosaico, quello contemporaneo è la sua passione: diventa il suo “strumento di viaggio” nella vita come il mio è la parola.
Nel 2000 è a Roma, dove c’è la Fabbrica di San Pietro in Vaticano, vietata alle donne, però attorno ci sono tanti laboratori artistici… La chiamano a lavorare a Morsano al Tagliamento e poi collabora con un laboratorio austriaco per una importante commessa a Vienna. «Avevo poco più di 25 anni e avevo realizzato il sogno! Mi sentivo Heidi e immaginavo Africa, Asia, Americhe…», dice mentre controlla l’ora perché deve andare a prendere le sue bimbe alla scuola pubblica di Sant Lluis. Oggi tocca a lei: Alejandro, il suo compagno, anche lui artista, è impegnato a Barcellona dove è professore alla Escola Massana, una delle più rinomate in Catalogna.
Come vi siete conosciuti?
«Ci siamo conosciuti in un viaggio in Scozia. Poi, lui è venuto un anno a Venezia e nel 2005, ottenuto l’incarico alla Massana, decide di andare a Barcellona. Vengo anch’io, dico. Appena arrivata a Barcellona, ho venduto un mosaico. Mi è sembrato un ottimo auspicio. Abbiamo iniziato a vivere a Manresa, comune a circa 50 chilometri da Barcellona, dove sono nate le nostre figlie, Maya e poi le gemelle Luce e Cora. A un certo punto in entrambi è nato il desiderio di crescere le bimbe in un contesto più naturale. Io pensavo al Sud della Francia. Qualcuno ha iniziato a parlarci delle Baleari e dal 2016 siamo a Minorca. Abitiamo a Es Castell ed è un privilegio crescere qui le bimbe».
Un privilegio con le difficoltà di un lavoro apparentemente non indispensabile, l’arte, in una terra grande 696,7 chilometri quadrati. Una sfida impegnativa che Antonella Zorzi vive così:
«Per me vedere il mare tutti i giorni è un lusso, un regalo, una fonte d’ispirazione per il mio lavoro. I colori cangianti e il movimento delle onde mi aprono la testa, il cuore e mi facilitano il processo di creazione». Confermo, accade anche a me.
Che altro ti dà Minorca?
«Da quando sono qui, apprezzo il mio vivere su un pezzetto di terra in mezzo al mare. Ci riporta alla nostra giusta dimensione nel mondo. Mi piace la precarietà che elimina le false sicurezze, quelle che ti fanno sentire onnipotente e non lo sei. Mi piace essere unita al resto del mondo dall’acqua: è una connessione più diretta, più naturale».
Grazie per questa riflessione, Antonella. Il bello di queste interviste è proprio vivere Minorca attraverso altri occhi e scoprirne aspetti insoliti.
Ci racconti il tuo lavoro? Come nasce un mosaico di Antonella Zorzi?
«Compro i materiali in Italia, a Murano e a Spilimbergo: smalti dalla ricetta segreta con un ventaglio infinito di colori (Mosaici Donà) e marmi già tagliati per mosaicisti. Elementi pregiati che mescolo con ceramiche, mattoni, tegole antiche, sassi, conchiglie… Amo lavorare i materiali naturali e mi piace pensare che sto facendo un lavoro millenario, presente già in epoca romana. A parte i lavori su commissione, i miei mosaici nascono a volte ascoltando un materiale, quando si crea una comunicazione armoniosa e naturale. Così, dal caos inizia a prendere forma una superficie tridimensionale che ha un suo perché artistico».
Rimango ipnotizzata dalle tessere in vetro che dolcemente si rompono sotto la sua mano. Siamo nel cuore di Mahon, di fronte al Teatro Principal, il più antico teatro d’opera in Spagna. Qui, al numero 1 di Carrer San Jordi c’è lo Studio Barbar, spazio condiviso tra quattro artisti – due sono Antonella e Alejandro -, aperto all’arte nonché luogo d’incontro, dialogo e interscambio culturale. Da maggio è la nuova sede di lavoro di Antonella e Alejandro che hanno chiuso il laboratorio a Es Castell.
Come immagini i tuoi mosaici a Minorca?
«Il mosaico è un elemento di arredo urbano che si presta a essere mescolato con altri materiali. Mi piacerebbe avere l’opportunità di offrire a quest’isola un tocco di bellezza in più, con i colori e la meraviglia di smalti e tessere Made in Italy. Ci sono tanti progetti che bollono in pentola, vediamo cosa accadrà quando si alzerà il coperchio!».
Antonella aggiunge:
«Non mi vedo tutta la vita a Minorca. Sono un po’ nomade». Condivido anche questo aspetto, l’essere sedentari non ci appartiene.
Cosa ti manca dell’Italia?
«La famiglia, gli affetti, gli amici. Quando Alejandro mi regala una settimana a casa, sono giorni di coccole, dolcezze, golosità. Anche quelle che compri in pasticceria. Sono la golosa della famiglia e la pasticceria minorchina è buona ma non conosce la fantasia e la varietà italiane. Ecco, se qualcuno mi chiede cosa manca a Minorca, direi la pasticceria italiana che tutto il mondo ci ammira: bignè ripieni di ogni ben di Dio, cannoncini con crema pasticcera, sfoglie con crema e frutta… Solo a pensarci mi viene l’acquolina in bocca!».
Una sintesi della tua esperienza di mamma: Minorca è a misura di bambino?
«Sì, è un’isola a misura di bambino, dove la natura è indiscussa protagonista e aiuta a crescere in modo integro. È un luogo sicuro dove i bambini giocano in strada e vanno anche da soli a fare le piccole spese. L’organizzazione scolastica e sanitaria sono efficienti: non manca nulla. Il fatto di essere una realtà piccola fa sì che i rapporti umani siano più facili e migliori».
Cosa consiglieresti a chi sogna Minorca come luogo di vita?
«Consiglio di venire a Minorca anche solo per una vacanza e di ascoltarsi attentamente per capire come ci si sente. Possibilmente con testa e cuore aperti per lasciarsi invadere dall’atmosfera, dalla profonda semplicità dell’isola che in realtà ha una sua storia profonda. Bisogna buttarsi e sperimentare. Certo, occorre spirito di avventura che nasce dalla necessità di cambiare».
Il tempo corre. La campanella della scuola sta per suonare. Vado via in compagnia del sorriso di Antonella. È uno di quei sorrisi che vorresti incrociare ogni giorno perché ti ricorda che c’è sempre qualcosa da imparare, qualcosa di meglio da fare, qualcosa di più da dare. Anche a Minorca.
Vuoi sapere di più sui progetti artistici di Antonella Zorzi?
Guarda il suo sito http://antonellazorzi.blogspot.com/
Vuoi vedere i suoi mosaici dal vivo?
Manda una mail a zoanto@hotmail.com