Alice Boschi: Minorca all’improvviso
di Gloria Vanni
Nome: Alice
Cognome: Boschi
Nata a: Bologna
Professione prima di venire a Minorca: studentessa e viaggiatrice
Professione a Minorca: responsabile team per un operatore turistico inglese
C’è sempre una prima volta nella vita, anche quando attraversi il mondo con i capelli candidi. In oltre 35 anni di giornalismo, questa è la prima volta che mi viene concessa una intervista a patto di… non chiedere nome e cognome veri e non fare/pubblicare fotografie.
Ecco spiegato il perché dell’immagine in alto scelta con l’editore per “illustrare” Alice che all’isola ha dedicato il blog “Minorca all’improvviso“. Quindi, Alice Boschi sono un nome e un cognome di fantasia. Di certo ci sono la data di nascita, 2 febbraio, i 33 anni compiuti nel 2020 e questa intervista che continuerà a essere un augurio virtuale senza tempo: auguri, Alice!
Ci incontriamo un pomeriggio autunnale a Ciutadella. Le mie interviste, anche quelle anonime, sono sempre di persona. Ci riconosciamo senza conoscerci. Capelli corti, un sorriso incantevole, occhi scuri, un concentrato di energia, corporatura media: così è la giovane donna con lo pseudonimo Alice Boschi.
Con un nome che è un omaggio all’Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll – il suo primo blog si chiama Le avventure di Alice -, e un cognome che è l’italianizzazione di Cala’n Bosch, l’urbanizzazione in cui viveva quando ha iniziato a scrivere e pubblicare l’8 settembre 2013.
Blog dove il 23 febbraio 2015 annuncia: «E’ ora di tornare a casa. Con questi nuovi occhi ritorno a Minorca, l’isola di cui mi sono innamorata quando arrivai – per caso o fortuna – nel maggio del 2010». E dopo pochi giorni con il post “Seconda stella a destra” inaugura il nuovo blog Minorca all’improvviso, una preziosa e divertente bibbia di aneddoti personali e informazioni di vita a Minorca.
Alice: perché questa tua scelta di anonimato?
«Ho iniziato a viaggiare a 12 anni e scrivevo i miei diari di viaggio. Il primo blog è nato come diario personale. Il mio profilo professionale non deve essere mescolato con quello personale. La mia famiglia non sa che ho questo blog e poco importa chi sono io. Non ho profili social, Facebook lo uso per mantenere i contatti con gli amici nel mondo e rifiuto qualsiasi richiesta di connessione. Fino al 2012 non avevo uno smartphone e mi collegavo a WhatsApp solo con internet a casa. Mantenere il mio anonimato è una necessità: Minorca è piccola».
Così è. Nell’era dell’apparire c’è chi va controcorrente e, senza se e senza ma, disdegna l’onnipresenza e la notorietà digitali: Alice. Una ragazzina che a 12 convince i genitori a lasciarla andare da sola in Gran Bretagna e appena tornata si chiede: qual è il mio prossimo viaggio? Anch’io ho fatto il primo viaggio da sola a 13 anni in treno, dall’Italia alla Svizzera, ma questa è un’altra storia.
Una ragazzina che da grande sogna di fare l’esploratrice/viaggiatrice?
«Alle elementari dicevo che volevo fare la traduttrice e volevo conoscere le lingue. Le vacanze studio all’estero erano per me troppo brevi e l’alternativa era trovare lavoro. Ho studiato inglese, tedesco, spagnolo. Il tedesco l’ho dimenticato, ora parlo catalano non minorchino. Ho iniziato come autodidatta e l’ho perfezionato alla Scuola degli Adulti. Anche a Minorca il certificato B2 è indispensabile in posizioni professionali pubbliche. Bisogna passare un esame scritto di comprensione, un altro orale e in tutto sono 5 prove. Si fanno a Mahon e ci s’iscrive presso il Centro de autoaprendizaje de lenguas: si fa tutto online».
Cosa ti ha portato a Minorca?
«La mia voglia di viaggiare, di conoscere posti nuovi e soprattutto di viverli. Dopo il liceo linguistico, ho frequentato Scienze Turistiche a Milano. Con l’università potevo fare un tirocinio all’estero. Ero innamorata dello spagnolo, ho cercato su Internet e a febbraio 2010 mi hanno proposto di lavorare in una SPA a Cala Galdana. Mi sono laureata a marzo e a maggio sono partita per Minorca: avevo vitto, alloggio e 300 euro al mese. La prima settimana è stata un incubo: ero isolata dal mondo, non riuscivo a comunicare e non avevo un mezzo per muovermi. Poi, il tempo è diventato bello, ho fatto le prime passeggiate sul Cami de Cavalls e, allora senza esserne troppo consapevole, ho iniziato ad amare Minorca».
Da ciò che scrivi e racconti sembra che tu abbia una relazione di amore/odio con Minorca…
«È vero, anche se oggi è soprattutto amore. Sono super attiva e ho sempre pensato che sarei tornata a Minorca in pensione. Le mie priorità erano sperimentare posti diversi e fare carriera. Sono cambiate le mie priorità. Sarei potuta rimanere a Londra. Mi hanno proposto lavori ovunque. Stavo ancora con il Pescatore – così chiamato perché ha la passione della pesca, ndr -, e dopo cinque anni di girovagare abbiamo pensato che Minorca fosse un’ottima soluzione per fermarsi. Siamo stati insieme quasi 11 anni. La nostra storia è finita a inizio 2017, lui vive tuttora qui e io mi sono trovata un altro appartamento».
E un altro fidanzato o compagno, il Canario, conosciuto a Tenerife lo scorso inverno, chef pasticcere che, “era cosciente di quello che lasciava, eppure tra tutte le opzioni, ha scelto me“, scrive Alice in questo spassoso post.
Vivono a Cala Blanca dove lei ha acquistato la casa dei sogni: uno chalet con giardino e cancello minorchino, due stanze e un bagno di fronte al mare. Si disputano la cucina perché a entrambi piace cucinare e mangiare. Lui vorrebbe un cane ma lei non ne vuole sapere perché viaggiare continua a essere una sua priorità.
Volete conoscere meglio il pensiero ironico e puntiglioso di Alice su Minorca? Dal suo blog ho estrapolato questi aspetti positivi: “Minorca è un paradiso. Senza dubbio. Il luogo ideale dove crescere dei figli e stabilirsi a lungo termine. Si vive bene, non c’è stress né criminalità, c’è il mare, spiagge stupende, paesaggi vari e magnifici, tempo gradevole per 6 mesi all’anno. Il lavoro c’è ed è pagato tantissimo, e durante l’inverno il Governo paga chi non può lavorare per la stagionalità. In un’ora e mezza si può raggiungere l’Italia e ci sono voli anche per il resto d’Europa“. E questi aspetti negativi: “Il lavoro è limitato a 6 mesi (se si è fortunati) e strettamente legato al turismo; il tempo durante l’inverno è insopportabile… La gente è molto diffidente ed è difficile fare amicizia, soprattutto se non si parla la loro lingua (il minorchino, variante del catalano)”.
A distanza di 10 anni, cosa continua a piacerti e a non piacerti di Minorca?
«Continuo ad amare le spiagge in inverno. Amo l’odore di Minorca: sa di Mediterraneo, di mare e di pini. Continuano a non piacermi il clima di gennaio e febbraio, l’umidità e la tramontana. Poi, basta leggere alcuni post della sezione L’isola che non c’è per completare il quadro che per me è comunque positivo: sono felice della mia scelta».
Cosa consigli a chi sogna di trasferirsi a Minorca?
«Ho scritto tanto sui pro e i contro di quest’isola che rischio di ripetermi! Suggerisco di leggere 10 buoni motivi per non trasferirsi a Minorca . Consiglio di venire per una stagione lavorativa e non solo in vacanza. E di passare un inverno a Minorca. Se si sopravvive a una settimana di tramontana, di gelo e di assenza di riscaldamento a casa, allora è possibile pensare a Minorca come un luogo in cui trascorrere una parte della propria vita».
Vita. Alice ha vissuto a Gran Canaria, New Orleans, Londra, Leeds perché è innamorata di tutto ciò che è diverso dall’Italia e perché «la vita è così breve per vivere e conoscere solo un posto». Ha scelto Minorca dopo avere vissuto in giro per il mondo e, come me, come noi, s’impegna a rispettarla e amarla. Termina qui l’intervista con Alice che sorride e in un secondo è già scomparsa. L’ho conosciuta, l’ho intervistata e forse rischio di non riconoscerla se ci incrociassimo a Milano. Torno a Casa Bonita e sento una piccola parte di me che culla il sogno di scoprire un giorno il suo nome. Ma poi, che importa?